lunedì 27 dicembre 2010

Io non voglio più stare qui ma tu dici, dove? E non hai torto perché il mio non voler stare qui non implica un'altra possibilità e io rimango perché non so dove andare. Un polpo scivoloso mi avviluppa e mi sussurra: non c'è mai stato nessun dove.

venerdì 24 dicembre 2010

C'è troppa gente qui stasera. C'è troppa gente. Mi sento sfigurata. Mi sento sfigurata. Le palpebre allentate cadono sulle guance, sul naso si apre un orribile voragine da cui si intravede la materia grigia. Grigia solo di colore. Grigia anche di umore. Già non riesco più a raccattare i verbi. Io mi dispero facilmente. Il quadro delle lettere, il gioco del quindici e la scacchiera rimangono felicemente in ombra di fronte ai giorni di pioggia. Questo giorno di pioggia, per la precisione. Che è un valore, si sa, come molte altre cose con la scadenza tatuata a fuoco, tatuata a fuoco, non si sa dove, nel loro corpo. Perso. Corpo perso. Quanto vorrei dire addio, non c'è nessun panorama bagnato da guardare con una qualsiasi pia emozione.